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Google Panda Update

Il 24 febbraio 2011 Google ha annunciato sul suo blog il rilascio di un nuovo aggiornamento all’algoritmo, con lo scopo di fornire alle persone risposte sempre più rilevanti alle loro richieste espresse tramite ricerche.

Google Panda UpdateQuesto algoritmo (Google Panda Update o Google Farmer Update), attualmente attivo solo negli Stati Uniti, avrà un impatto su ben l’11,8% delle ricerche e ha lo scopo di ridurre i posizionamenti dei siti di bassa qualità. Per bassa qualità Google intende i siti che non portano valore aggiunto per l’utente, i siti che hanno contenuti copiati da altri siti o che non sono utili per gli utenti. Per contro, questo aggiornamento algoritmico porterà posizionamenti migliori per i siti “di qualità”, quelli con contenuti originali, report approfonditi, attente analisi.

Google ha aggiornato i propri algoritmi e poi, grazie ai dati forniti dall’estensione di Chrome “Personal Blocklist”, ha controllato che i siti segnalati come spam dagli utenti e quelli segnalati dagli algoritmi fossero più o meno gli stessi. Il risultato è stato che nell’84% dei casi i siti “penalizzati” dal nuovo algoritmo facevano parte di quelli segnalati dagli utilizzatori dell’estensione.

In una intervista a Wired.com, pubblicata il 3 marzo 2011, gli ingegneri di Google Amit Singhal e Matt Cutts hanno fornito maggiori indicazioni sull’aggiornamento e hanno ufficializzato il nome ufficiale dell’update, “Panda” (dal soprannome di un ingegnere che ha avuto un ruolo importante nell’aggiornamento).

Il precedente aggiornamento “Caffeine” (fine 2009) ha permesso a Google di indicizzare più contenuti e sempre più velocemente. Ma di questi nuovi e “freschi” contenuti, alcuni erano di buona qualità, mentre altri meno. Ora il concetto di “spam” è leggermente cambiato. Una volta i testi “spammosi” erano un’unione di parole prive di senso (era quindi più facile riconoscere lo spam), mentre ora Google punta sul concetto di “contenuti di qualità”, dando meno visibilità a quei contenuti che, anche se sono scritti correttamente, hanno basso valore, sono di scarsa utilità per l’utente.

Ma come fa Google a stabilire se un contenuto è di qualità? Google ha effettuato dei test con dei “rater” chiedendogli di consultare alcuni siti e provare a rispondere a domande del tipo “Ti fideresti ad usare la tua carta di credito su questo sito web?”, “Ti fideresti a dare ai tuoi figli le medicine consigliate da questo sito?”, “Consideri questo sito web autorevole?”, “Questo sito pubblica troppi annunci pubblicitari?”, … Sulla base delle risposte, il team di Google ha poi definito alcuni criteri per determinare quali siti sono “di bassa qualità”.

 


Riccardo Perini seo

Riccardo Perini

SEO Specialist dal 2004, aiuto le aziende a farsi trovare tra i risultati organici di Google.


Data pubblicazione: 14 Marzo 2011
Categoria: Motori di Ricerca, SEO
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